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Biografia Gaetano Brancato

"Il primo esempio elementare di lettura delle forme l’ho appreso da mio padre …" dice Tano Brancato ed aggiunge: "A partire da quegli anni [dell’infanzia, ndr] ho imparato che tutto in arte dipende dall’intensità qualitativa del nostro modo di essere e di interpretare il mondo reale ed espressivo e da come mettiamo insieme le idee che ci provengono da altre discipline, dirigendole in una visione più complessa e più organica del nostro sapere visivo."
Nessuno avrebbe potuto dire meglio della propria opera pittorica, grafica e scultorea.
Ma, scendiamo nei particolari biografici.
Tano Brancato nasce a Floridia nel 1938 e si diploma presso l’Istituto Statale d’Arte di Catania. Successivamente insegna nell’Istituto d’arte di Salerno e poi di Catania ed infine occupa la cattedra di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti della stessa città.
La sua carriera artistica sin dalla seconda metà degli anni ’50 è indirizzata verso un Realismo Espressionista che si evolve subito dopo in una Nuova Figurazione ma sempre di tendenza espressionista.
A partire dagli anni ’70 l’artista è affascinato da una parte dall’opera grafica di Dürer e dall’altra dal linguaggio simbolico di De Chirico in uno con lo studio dell’opera di Duchamp e soprattutto della lettura di "Diritto di sognare" di Bachelard, a proposito della quale afferma in un’intervista curata da Claudio Marullo su "Città d’utopia" del settembre 1997: " Introducendomi nel labirinto della sua scrittura, ho cercato di capirne la tessitura simbolica e straniante, non per ritrovarne il filo ma per perdermici dentro."
Ne scaturiscono opere all’acquaforte in cui come dice l’artista stesso: " … le … immagini sono giocate sul non senso, altalenate in uno spazio bianco tra rispecchiamenti e ammiccamenti di secondo grado."
Dopo questo ciclo di opere alla fine degli anni ’70 Tano Brancato torna alla pittura e nel 1981 aderisce al gruppo guidato da Giorgio di Genova: "Narcissus", nome certamente evocativo.
A proposito dell’opera del Nostro lo stesso critico scrive: "Ogni simbolo è sempre in correlazione col suo contrario, secondo i principi alchemici del fisso (sole, rocce) e del volatile (ali, ma anche il pennello per il suo isomorfismo con la freccia) che si riflettono nei quattro elementi: aria, terra, acqua, fuoco, tutti espressi nell’opera: Il Fanciullo Divino o La Poesia, 1981, dove appunto compare il motivo del libro-specchio. [ …] Il Narciso virtuale di Tano, in definitiva, è un rispecchiamento della dimensione dell’archetipo, dove dominano simboli remoti e ancestrali, che vengono assunti come stagni riflettenti, messi tra di loro in stretta correlazione a creare un simbolico gioco di specchi."
Decisamente quella del nostro artista è una pittura colta, per quale anche Elena Pontiggia su "L’Eco della Stampa" nel lontano 1986 così si esprime: "Mito o pittura colta? Entrambe, ma la poetica della memoria non procede qui per frammenti. Piuttosto tende ad organizzarsi in sequenze narrative, tra paradisi arabi, campi elisi ed evocazioni ariostesche."  
Nello stesso periodo anche Vincenzo Consolo parlando della pittura di Tano e del fratello Nino ebbe a dire: " Una pittura letteraria, la loro, una pittura pittorica, un gioco di memoria, di riflessioni e di specchi."
Lo stesso Tano Brancato conferma quanto sostenuto sopra nell’intervista su citata: "Nelle mie opere molteplici erano i richiami culturali che venivano mescolati, ma non per puro esercizio estetico … D’altra parte la sostanza immaginativa e concettuale, pur con le dovute differenze, ancora oggi si traduce nelle mie opere in un continuo debordare e rientrare di figure e forme."
Intanto, negli anni ’90 per dare ai suoi lavori una più incisiva intensità espressiva l’artista semplifica la presenza del paesaggio.
È, invece, con l’arrivo del nuovo millennio che si profila una rinnovata qualità stilistica data dalla presenza sulla tela di immagini in cui prevale la linea curva e in cui tornano le citazioni già usate negli anni ’70 per le opere grafiche. Esse qui avranno, ora, la funzione di creare, come l’artista stesso dice: "all’interno della composizione un’aura pittorica da pathos antico e contemporaneo."
In conclusione, da quanto sopra emerge chiarissimo in Tano Brancato, pur nella variazione dello stile e dei materiali, la re-interpretazione del simbolo, se è vero come è vero che l’uomo è un animal symbolicum secondo Cassirer. Infatti, tutto il reale è simbolico e quindi la potenzialità dei simboli è pressoché infinita, scaturendo dal rapporto reale-immaginario o che è lo stesso reale-irreale.
In altre parole, il simbolo è una presenza che viene percepita come collegata a qualcos’altro attraverso un codice. Questo, a sua volta, può trasgredire, può scardinare equilibri di significati che si sono cristallizzati, in vista di nuove connessioni, di nuove interpretazioni, di nuove relazioni, rinnovando in tal modo linguaggi e visioni del mondo. Il simbolo, dunque, ha funzione mediatrice tra l’immaginario e l’immagine, immagine in quanto "intelligenza" (dal latino inter e lego: unisco insieme) del mondo.
E questo con l’intera sua opera ha cercato di dirci Tano Brancato.

Curriculum

1958: III mostra Nazionale Arte Giovane, Palazzo delle Esposizioni - Roma
1963: Mostra dei premi, Accademia di Belle Arti - Napoli
1966: Proposta ’66, Rassegna-Documento D’Arte Nuova a cura di L. Castellano - Napoli
1975: Mediterranea 1- Linea e ricerca dell’arte italiana a cura di Giuffrè, Grasso, Micacchi, Trini,
         Trucchi.
1977 Mediterranea 2 – Internazionale locale a cura di Gallo e Mussa
1978 Arte Fiera 78 – Standone a cura di Sutton e Trini
        Grafica ’78 Internazionale, Museo Nazionale, Messina
1982 Istituto italo-latino-americano, Roma
        Galleria Arti Visive – Roma
        Expo Arte – Bari
        Art-basel – Basilea
        Panta Arte – Incontro dibattito coordinato da Giorgio di Genova e Luciano Caramel - Como
        Galleria Ezio Pagano – Bagheria (PA)
1984 Ut pictura poesis - Galleria Gian Ferrari – Milano
        XI Quadriennale – Roma
1987 La Nuova Maniera Italiana – Palazzo dei Mercenari – Modica
        Voglia di scultura – Galleria Gian Ferrari, Milano
        Aura Apprehensio – Space d’Arte Gambetta – Carcassonne – Francia
1989 Presenze siciliane, Arte del XX Secolo, Complesso Monumentale San Michele a Ripa-Roma
        XVI Premio Sulmona Santa Scolastica – Bari
1991 Mostra Antologica a cura di S.S. Nigro Accademia di Belle Arti – Catania
        XVIII Premio Sulmona – Palazzo dell’Annunziata – Sulmona
        Lux Mundi – Albergo delle povere – Palermo
1993 Premio Termoli, Sintesi Antolologica 1960/1992 – Galleria Civica Arte Contemporanea
        Castello Svevo - Termoli.
        Artisti al Museo a cura di L. Barbera –Teatro Vittorio Emanuele – Messina
1995 Personale – Villa Casentino- Valverde (CT)
1996 Premio Sulmona – Palazzo dell’Annunziata – Sulmona
        Circumnavigazione arte oggi a cura di E. Pagano – Federich May Fundatio University- Italian
        Departmente di Sydnei
1997 Questione siciliana – Temi della cultura artistica del 900 – Castello Ursino – Catania
1999 Pittura ritrovata 1978-1998 Vent’anni di riallineamento alla pittura d’immagine - Complesso
       del Vittoriale – Roma
2001 Mostra generazione anni trenta - Pieve di Cento – Bologna
2005 Museum. Osservatorio dell’arte contemporanea in Sicilia – Bagheria (Pa)
2006 Arte contemporanea e il sacro – Museo Diocesano – Catania
        Arte di amare l’arte – Castello Ursino – Catania
2007 Artisti al Museo – Teatro Vittorio Emanuele – Messina
2008 Quadrato d’arte, ricordo di Umberto Boccioni – Galleria L.I.B.R.A – Catania
2009 Antonio e Tano Brancato - Galleria Arte Contemporanea di V. Inastasi – Catania
2011 Lo stato dell’arte, 54^ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia – Regione
        Sicilia – Galleria Civica d’Arte Contemporanea Montevergini – Siracusa
2011/2012  Artisti nella luce di Sicilia – Palazzo della cultura, ex cortile Platamone – Catania.
        







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